Il latte è ben lungi dall'essere un alimento importante per l'alimentazione umana, come molti sono stati portati a credere: non solo non è utile, ma si rivela dannoso al pari di qualsiasi altro alimento di origine animale, fattore di rischio per le malattie croniche descritte nella sezione Prevenire le malattie. In più, il suo consumo è qualcosa di assolutamente innaturale: il latte è fatto per i lattanti, non per gli adulti, né per i bambini già svezzati, e anche per i lattanti solo il latte umano è adeguato, non quello di altre specie.
Non è un caso che tre quarti degli adulti, nel mondo, siano intolleranti al lattosio, in quanto privi dell'enzima (lattasi) necessario ad agire sullo zucchero che si trova nel latte (lattosio); è piuttosto la non intolleranza a essere una stranezza, ma anche chi tollera il latte risente spesso di qualche problema nel consumarlo: pancia gonfia, problemi di digestione, ecc.
Intolleranze a parte, gli effetti sulla salute del consumo di latte e latticini sono simili a quelli derivanti dal consumo di altri prodotti animali, come la carne, perché il profilo nutrizionale è del tutto simile, come contenuto di proteine animali, grassi saturi e colesterolo. Come la carne, il latte è completamente privo di fibra e delle centinaia di sostanze fitochimiche contenute nei cibi vegetali, che si sono rivelate fattori di protezione contro le malattie degenerative come la malattia coronarica e il cancro.
Anche la diffusa credenza dell'utilità di latte e formaggi come cibo per "rendere le ossa forti" va rivista, perché, anche se il latte contiene molto calcio, ha anche tutti i suddetti svantaggi. Come dichiara il prof. Walter Willett, "bere tre bicchieri di latte al giorno equivale a mangiare dodici fette di pancetta oppure un big mac e una porzione di patatine fritte" [Walter C. Willett, Eat, Drink and Be Healthy, The Harvard Medical School Guide to Healthy Eating, Simon & Schuster, 2001]
Già nel suo report del 2002 sulle evidenze raccolte sul problema osteoporosi, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (in collaborazione con la FAO) dichiara che sembra non esserci alcuna correlazione tra un aumento dell'introito di calcio e una diminuzione del rischio di fratture ossee e lo stesso hanno confermato studi successivi. Tant'è vero che le raccomandazioni OMS/FAO per l'osteoporosi indicano di mangiare più frutta e verdura piuttosto che affidarsi ai latticini per la salute dell'osso. [WHO/FAO, Diet, nutrition, and the prevention of chronic disease. Report of the Joint WHO/FAO expert consultation, 26 April 2002]
Ricapitolando, ecco alcuni problemi legati al consumo di latte:
Carenza di ferro: il latte ha un contenuto in ferro quasi nullo (0.2 mg/100 mg), inibisce l'assorbimento del ferro da altri cibi ed è responsabile di perdite di sangue dal tratto intestinale, che contribuiscono a ridurre i depositi di ferro dell'organismo.
Diabete: il consumo di latte, così come di ogni altro alimento di origine animale, è un fattore di rischio per il diabete di tipo 2, mentre per il diabete di tipo 1 il consumo di latte è da evitare perché da alcuni studi è emerso che conterrebbe una sostanza che distrugge le cellule pancreatiche produttrici di insulina.
Calcio: come spiegato nella sezione dedicata al calcio, questo minerale va assunto dai vegetali, per evitare la contemporanea assunzione di grassi saturi e per assicurarsi l'assunzione di sostanze salutari per le ossa presenti solo nei vegetali.
Grassi: il latte e i latticini contengono alte quantità di grassi saturi e colesterolo, che favoriscono l'insorgenza di aterosclerosi. Se calcoliamo la percentuale di calorie derivanti dai grassi sulle calorie totali, il latte intero contiene il 50% di grassi, quello parzialmente scremato il 31%, il formaggio Emmental il 68%, il burro il 100%.
Contaminanti: è noto che negli allevamenti intensivi viene fatto largo uso di antibiotici e altri farmaci, che si ritrovano quindi anche nel latte, oltre che nella carne. Inoltre le coltivazioni di vegetali per i mangini degli animali sono irrorate con sostanze chimiche di ogni genere, e anch'esse si accumulano nei prodotti animali. Infine, i trattamenti di sterilizzazione permettono la sopravvivenza nel latte di germi, e la Direttiva Europea 92/46/CE stabilisce un limite non superiore ai 100 mila germi per mL. La stessa Direttiva ammette anche un contenuto non superiore a 400 mila per mL di "cellule somatiche", il cui nome comune è "pus".
Lattosio: come già esposto, i tre quarti della popolazione umana non digerisce il lattosio, con conseguenti coliche addominali, gas e diarrea. Se digerito, il lattosio libera il galattosio, un monosaccaride che è stato messo in relazione con il tumore dell'ovaio e la cataratta.
Allergie: il latte è uno dei maggiori responsabili di allergie (alimentari e non solo), tant'è vero che eliminando latte e latticini molte persone si sono liberate di allergie che le affliggevano da anni. Durante la digestione dei latticini, vengono rilasciati oltre 100 antigeni (sostanze che innescano le allergie). Spesso i sintomi non vengono attribuiti direttamente al consumo di latte, ma molte persone affette da asma, rinite allergica, artrite reumatoide, migliorano smettendo di assumere latticini.
Coliche del lattante: colpiscono un lattante su 5 e spesso sono dovute all'assunzione di latticini da parte della madre.
Se vuoi capire quanto i latticini contribuiscano ai tuoi problemi dermatologici o di allergia, asma, gas, diarrea o stitichezza, oppure se vuoi semplicemente sperimentare come il tuo corpo reagisce all'eliminazione del latte, fai una prova di almeno 3 settimane. Questo è infatti il tempo necessario per eliminare o per creare un'abitudine. In questo breve lasso di tempo, molte persone trovano grandi benefici, come per esempio una riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue, una perdita di qualche chilo, e soprattutto sollievo da emicrania, allergie, asma, cattiva digestione o problemi gastrici.
Molti piatti possono facilmente essere realizzati senza latte, semplicemente eliminando questo ingrediente oppure sostituendolo con il latte di soia o altri latti vegetali.
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